Il 2017 verrà ricordato come l’annata viticola più difficoltosa e complicata degli ultimi cinquant’anni. In alcune regioni, come la Sicilia, si sono verificate condizioni climatiche definite proibitive ed eccezionali. In talune aree, una totale e prolungata assenza di precipitazioni e ondate di caldo così intenso non erano state registrate negli ultimi 100 anni. Nell’impossibilità di indovinare il futuro, meteorologico e climatico, l’unica arma a disposizione del viticoltore per affrontare le difficoltà è il savoir-faire. Il saper fare è inteso come l’abilità di riuscire a combinare conoscenze e saperi che si condensano in esperienza, la quale permette di affrontare le condizioni che di volta in volta la natura presenta. Sotto il profilo umano, la conoscenza è espressa dalle tecniche viticole e agronomiche che l’agricoltore può mettere in atto per ovviare a situazioni che comprometterebbero la produzione o la qualità della stagione. Da un punto di vista più ampio, e quindi sotto il profilo ambientale e di ecologia viticola, l’unica altra leva a disposizione del viticoltore è la capacità di adattamento e di risposta della vite, inserita all’interno di un contesto di alta vocazionalità territoriale. È proprio su quest’ultimo concetto che s’innesta la variabile tempo, quindi l’età della vite: quanto più è avanzata, tanto maggiore è l’influenza del savoir-faire delle viti nell’adattarsi alle diverse condizioni di sopravvivenza.
Mattia Filippi e Roberto Merlo sono gli autori di questo articolo pubblicato nel numero di Gennaio 2018 della rivista VVQ – Vigne, Vini & Qualità.
L’articolo completo qui: Il savoir faire della vecchie vigne