Un libro sulla potatura del doppio capovolto firmato Uva Sapiens
Esce oggi su Amazon il libro dal titolo IL DOPPIO CAPOVOLTO – Potatura e gestione del Mal dell’Esca per un vigneto longevo, firmato dall'intero team viticolo di Uva Sapiens.
Si tratta di un manuale pratico che illustra le più moderne tecniche di potatura di questa forma di allevamento, finalizzate al mantenimento del flusso linfatico e del miglior stato sanitario della vite, con riflessi positivi sulla longevità del vigneto.
Il libro descrive le regole da seguire in fase di potatura, dalla barbatella alla pianta adulta, con indicazioni pratiche illustrate con decine di immagini originali.
Sono inoltre riportate le tecniche alternative applicabili in casi particolari: l’accecamento delle gemme e la potatura spiralata.
Un capitolo è infine dedicato alla gestione del Mal dell’Esca tramite curetage, recepage e reinnesto, con indicazione dei costi delle tre tecniche a confronto.
Il libro può essere acquistato qui
Gestire il Mal dell'Esca per preservare la qualità della vigna
Bolgheri, piccolo centro della provincia di Livorno reso celebre, enologicamente parlando, da alcuni dei più conosciuti Super Tuscan che hanno avuto la forza di trasformarsi in prodotti del territorio. Da qui la nascita dell’omonima Doc, dove hanno trovato un ambiente ideale vitigni a bacca rossa di origine bordolese come il Cabernet sauvignon, il Merlot, il Cabernet Franc e il Petit Verdot. Tra le aziende più blasonate della zona, Tenuta Argentiera conta oggi su una superficie vitata di 85 ettari, dalle cui uve nascono principalmente vini rossi, tra cui l’iconico Argentiera Bolgheri Doc Superiore, prodotto per la prima volta nel 2003 e da allora divenuto simbolo di un territorio e di uno stile produttivo che trova le sue radici, è proprio il caso di dirlo, nei suoli che caratterizzano la parte Sud della Denominazione.
In Tenuta Argentiera la longevità dei vigneti è una priorità, in virtù della sua importanza nell’espressione del miglior equilibrio vegeto-produttivo delle piante e dei riflessi positivi che quest’ultimo, insieme all’adattamento delle varietà al terroir bolgherese, esercita sulla costanza qualitativa delle produzioni, anche in annate meno positive. Tale longevità risulta tuttavia minata dalla diffusione di malattie del legno, Esca in primis.
Elia Rancan e Roberto Merlo sono tra gli autori di questo articolo pubblicato nel numero di Novembre 2023 della rivista VVQ - Vigne, Vini & Qualità.
L’articolo completo qui: Gestire il Mal dell'Esca per preservare la qualità della vigna
Un nuovo modello viticolo per la Sicilia
Un nuovo modello viticolo per la Sicilia
Con l’obiettivo di preservare la stabilità produttiva della filiera vitivinicola siciliana a fronte del climate change, Colomba Bianca, tra i più grandi produttori di vini biologici in Italia, ha messo a punto dall’anno scorso un Osservatorio, aperto a istituzioni e cantine dell’Isola, per monitorare i trend climatici e condividere know-how, coinvolgendo professionisti sul tema a livello nazionale. Tra questi Luca Mercalli, presidente Società Meteorologica Italiana e giornalista scientifico. “Stiamo cercando di andare verso un modello di agricoltura sostenibile – commenta Mattia Filippi di Uvasapiens, consulente enologo di Colomba Bianca – attraverso l’aumento della biodiversità e della sostanza organica nel suolo: modelli agricoli complessi che prevedono coltivazione di boschi e di contesti ecologici più ampi. L’ho battezzata “Vitecologia” ed è l’unione tra gli orizzonti della nuova viticoltura e l’andamento ecologico, per contrastare fenomeni derivanti dai disallineamenti climatici: desertificazione, siccità, instabilità chimica e fisica del suolo”.
L'articolo completo con le dichiarazioni di Luca Mercalli e Mattia Filippi qui
Sperone sì o no? L'accecamento come alternativa sul doppio capovolto
La potatura del doppio capovolto prevede, come per le altre forme di allevamento così dette «lunghe», la presenza di capi a frutto per la produzione dell’anno e di speroni che fungono da rinnovi per la potatura dell’anno successivo.
Durante la fase invernale, tuttavia, succede spesso che gli speroni non producano tralci adatti a essere potati a seguito, ad esempio, di una rottura accidentale, del mancato sviluppo delle gemme, di una cimatura corta fortuita, del gelo o della grandine.
Per riuscire a rimediare alla mancanza di uno dei due tralci dallo sperone, è consigliabile utilizzare il tralcio rimasto in maniera che funga sia da sperone sia da capo a frutto.
Per fare ciò, si procederà innanzitutto a piegare al filo l’unico tralcio presente, dopodiché si dovranno togliere o accecare alcune gemme successive a quelle che vogliamo imputare a capo a frutto e sperone, in maniera da aumentare la probabilità di fuoriuscita delle stesse.
Roberto Merlo, Elia Rancan, Elia Dalla Pozza ed Eleonora Rabassi sono gli autori di questo articolo pubblicato nel numero di Gennaio 2023 della rivista Vite&Vino.
L’articolo completo qui: Sperone sì o no
Cambiamento climatico? Non per l'Esca
L’annata 2022 è stata caratterizzata principalmente da scarse precipitazioni su tutto il territorio Nord-Orientale del nostro Paese. Questo fattore ha portato il vigneto a “vivere” in condizioni di stress. Oltre a questa criticità, non è mancata la presenza ormai costante dell’Esca.
Le primissime manifestazioni si sono verificate nella metà del mese di luglio, per poi aumentare sino alla fine del mese di agosto. In termini di sintomatologia, tuttavia, si deve sottolineare come, in virtù dell’andamento meteorologico dell’annata, fosse lecito aspettarsi un incremento delle forme apoplettiche. Nella realtà dei fatti, quello che è stato riscontrato è sicuramente un aumento dei sintomi cronici rispetto agli anni precedenti, ma una poco significativa comparsa di ceppi apoplettici.
Roberto Merlo, Elia Dalla Pozza, Eia Rancan ed Eleonora Rabassi sono gli autori di questo articolo pubblicato nel numero di Novembre 2022 della rivista VVQ - Vigne, Vini & Qualità.
L’articolo completo qui: Cambiamento climatico non per l'esca
Gli Uva Sapiens parlano di climate change su WineBlogRoll
Gli Uva Sapiens parlano di climate change su WineBlogRoll
Chiamati a dire la loro sul tema del climate change in viticoltura ed enologia, gli Uva Sapiens hanno contribuito alla stesura di questo articolo pubblicato su WineBlogRoll.
Dagli eventi meteo estremi alla metastabilità in vigneto, dalla necessità di gestire al meglio le pareti fogliari a quella di non abbassare mai la guardia nei confronti delle avversità biotiche, nemmeno in annate siccitose, ecco cosa hanno risposto Umberto Marchiori, Mattia Filippi e Roberto Merlo alle domande di Francesco Saverio Russo.
L'articolo completo qui
Scacchiatura del Cabernet Sauvignon
Scacchiatura del Cabernet Sauvignon presso RDV Vineyards (Virginia, USA) con Roberto Merlo.
Chi sono i Wine Consultant? Gli Uva Sapiens su ADNKronos
Cosa si intende per Wine Consultant?
Dipende. Le consulenze possono riguardare diversi aspetti legati al mondo della produzione, del consumo e del commercio di vino.
Ce ne parla Giovanna Romeo su ADNKronos, citando anche gli Uva Sapiens e la loro expertise in materia di consulenza viticola ed enologica.
L'articolo completo qui
Mal dell'Esca: alternative al curetage
Nel corso del 2021 le manifestazioni di Mal dell’Esca si sono presentate tardivamente, i primi riscontri sono stati eseguiti nella seconda metà di luglio, ma durante il mese di agosto i sintomi sono rimasti perlopiù stabili. Rispetto all’annata scorsa la manifestazione del Mal dell’Esca è stata contenuta in tutte le vigne interessate dalle prove sperimentali; al di fuori delle prove sperimentali, invece, i vigneti storicamente colpiti anche nel 2021 hanno avuto una significativa presenza della malattia; ridotte sono invece state le sintomatologie delle vigne giovani o poco affette. Questa testimonianza a firma Uva Sapiens è la quarta in altrettante annate e vuole aggiornare i lettori sui risultati ottenuti in otto anni di prove sperimentali.
Leone Braggio, Roberto Merlo, Eleonora Rabassi ed Elia Rancan sono gli autori di questo articolo pubblicato nel numero di Novembre 2021 della rivista VVQ - Vigne, Vini & Qualità.
L’articolo completo qui: Mal dell'esca alternative al curetage
Mal dell'Esca: monitoraggio, sperimentazione, azione
La variabilità della comparsa dei sintomi di Mal dell'Esca nelle diverse annate è legata all’evoluzione meteorologica della stagione secondo “meccanismi” ancora non chiari alla comunità scientifica per la complessità delle variabili coinvolte. Mentre nel corso del 2019 le manifestazioni di Mal dell’Esca sono state particolarmente tardive e hanno avuto un’esplosione nella seconda metà di luglio, nel 2020 i sintomi sono comparsi precocemente e si sono poi diffusi in modo significativo. La gravità e la frequenza con cui i sintomi della fitopatia si sono manifestati nel corso degli ultimi anni hanno suscitato fermento nella ricerca di strumenti in aiuto alle aziende viticole, perché il solo monitoraggio non basta, è necessario agire.
Leone Braggio e Roberto Merlo sono tra gli autori di questo articolo pubblicato nel numero di Novembre 2020 della rivista VVQ Vigne, Vini & Qualità.
L’articolo completo qui: Mal dell'esca monitoraggio sperimentazione azione
Vini macerati senza essere orange
Negli ultimi anni stanno emergendo diverse interpretazioni stilistiche di vini prodotti da uve a bacca bianca con macerazioni durante le fasi fermentative. Si tratta di procedure che hanno origine da tecniche enologiche antiche e tradizionali in alcuni Paesi. Parte del mercato sta sempre più apprezzando vini con caratteristiche organolettiche che si discostano dai profili dei vini bianchi tradizionali e per avvicinarsi a filosofie produttive riconducibili ad aggettivi quali: integrale, puro, territoriale, artigianale, macerato, orange, ecc.
Come Uva Sapiens, consulenti vitivinicoli, riconoscendo questi elementi come spunti di riflessione e di interesse del mercato, abbiamo iniziato diversi percorsi sperimentali per l’evoluzione di queste tecniche enologiche tradizionali su diverse varietà autoctone e internazionali in più areali viticoli europei.
Le evidenze dei risultati sotto i profili organolettici ci hanno spinto a intraprendere dei piani sperimentali tecnico-scientifici su varietà autoctone siciliane, con l’obiettivo di validare e misurare le reali differenze e opportunità sotto il profilo enologico.
Mattia Filippi e Ivan Cappello sono tra gli autori di questo articolo pubblicato da Vite&Vino nel numero di Gennaio 2020.
L’articolo completo qui: VINI MACERATI SENZA ESSERE ORANGE
Mal dell'Esca: l'efficacia del curetage
Uva Sapiens propone un aggiornamento - rispetto a quanto è stato pubblicato un anno fa (ottobre 2018, numero 7) - relativamente alla sperimentazione che sta conducendo da 6 anni sull’efficacia della tecnica del curetage per la cura e prevenzione del Mal dell’Esca. L’esame dei dati raccolti ha confermato la validità di questa tecnica nel limitare lo sviluppo della malattia nel vigneto. In merito alla fitopatia, un elemento interessante che va sottolineato riguarda la variabilità della comparsa dei sintomi nelle diverse annate. Il manifestarsi dell’Esca è legato all’evoluzione meteorologica della stagione, cosicché annate con alta pressione della malattia possono essere alternate a periodi in cui si ritrovano pochissimi segnali in campo. In particolare, nel corso del 2019, diversamente da quanto accade con sempre maggiore frequenza nelle ultime stagioni, le manifestazioni del Mal dell’Esca sono state particolarmente tardive e hanno avuto un’esplosione nella seconda metà di luglio.
Roberto Merlo e Leone Braggio sono gli autori di questo articolo pubblicato nel numero di Gennaio 2020 della rivista VVQ - Vigne, Vini & Qualità
L’articolo completo qui: Mal dell'esca l'efficacia del curetage
Difendersi dalla cocciniglia
La specie Planococcus ficus è responsabile di danni ai vigneti italiani, europei e non solo. A fronte di questa minaccia in crescita, al tradizionale approccio chimico si stanno affiancando nuove strategie di difesa: il biocontrollo attraverso gli insetti antagonisti e la confusione sessuale. Queste nuove vie, pur necessitando di ulteriori dati e sperimentazioni a conferma della loro validità, sono di fatto già disponibili sul mercato come possibili strumenti di controllo.
Per questa ragione Uva Sapiens ha intrapreso nel 2018 una prova sperimentale con l’obiettivo di comparare due diversi approcci al problema in una prospettiva temporale pluriennale: sono state messe a confronto la strategia chimica e l’utilizzo degli insetti antagonisti.
Leone Braggio e Roberto Merlo sono gli autori di questo articolo pubblicato nel numero di Dicembre 2019 della rivista VVQ - Vigne, Vini e Qualità.
L’articolo completo qui: Difendersi dalla cocciniglia
Metodo di parcellizzazione dei cru aziendali per produrre vini fortemente identitari
La produzione di vini di alto profilo e di indiscusso valore è una tappa imprescindibile nel cammino verso la costruzione di una forte identità aziendale. Questo progetto ha come obiettivo la creazione di un metodo che, attraverso la definizione di un cru con conseguente vinificazione separata del singolo vigneto, porti alla produzione di vini fortemente identitari. Considerare il singolo vigneto come un’unica entità significa accettare il risultato di una media che, seppur altamente qualitativa, non considera, anzi annulla, una serie di variabili presenti nel vigneto stesso. Pertanto è verosimile che la media della qualità delle uve tenda ad abbassare il reale potenziale qualitativo dei vini che è possibile ottenere. Queste variabili, riconducibili a requisiti del suolo, ai microclimi, a diversi equilibri delle piante si ripercuotono sulle caratteristiche intrinseche dell’uva. La classificazione organolettica e analitica delle uve, insieme all’analisi delle altre variabili citate, permette di identificare e separare le uve vinificando secondo una logica di parcellizzazione, per ottenere dei vini con espressioni diverse tra loro. Questo metodo consente di acquisire gli “ingredienti” da utilizzare nel blend finale, per accrescere la qualità e valorizzare l’identità dello stesso cru. Una reale e concreta conoscenza dell’azienda vitivinicola e delle sue componenti diventa uno dei fattori determinanti per pianificare seriamente un percorso rivolto alla produzione di vini dalla precisa identità, migliorati dalla separazione delle singole parcelle selezionate in campo.
Mattia Filippi e Ivan Cappello sono tra gli autori di questo articolo pubblicato nel numero di Settembre 2019 della rivista VVQ - Vige, Vini & Qualità.
L’articolo completo qui: Metodo di parcellizzazione dei cru aziendali
La sfida della longevità
Nel mondo enologico il concetto di shelf life assume un significato dinamico in quanto legato alle inarrestabili capacità evolutive del sistema chimico specifico di ogni vino. Il vino in bottiglia evolve e la sua attitudine a conservare e mutare la propria piacevolezza con lo scorrere del tempo ne decreta spesso il valore e il successo. Negli ultimi anni l’apertura di orizzonti commerciali su scala mondiale, con tutte le relative ricadute in termini di distribuzione dilatata, confronto qualitativo e sempre nuovi competitor, ha esposto i produttori di vini bianchi a una serie di nuove sollecitazioni tecniche, tra cui il contenimento dei solfiti e del grado alcolico. Inoltre tutte le grandi aree enologiche di interesse poggiano la propria autorevolezza e credibilità anche sulla capacità dei propri vini di conservare ed evolvere positivamente nel tempo la propria piacevolezza. Questo studio sulle dinamiche evolutive dei vini bianchi del Nord-est d’Italia ha permesso di chiarire in parte quali approcci tecnici siano funzionali alla dotazione nei vini di caratteristiche vantaggiose per affrontare, in maniera più responsabile e consapevole, il mercato globale nelle sue rinnovate esigenze logistiche e nella maggiore attenzione dei consumatori e degli organi legislativi riguardo i conservanti impiegati.
Umberto Marchiori è autore di questo articolo pubblicato nel numero di Dicembre 2018 della rivista VVQ - Vigne, Vini & Qualità.
L’articolo completo qui: La sfida della longevità
Lieviti indigeni e selezionati nella produzione di Prosecco Superiore
L’opportunità di utilizzare o meno lieviti indigeni nelle fermentazioni enologiche è oggetto di discussione da tempo, a seguito dell’introduzione dell’uso di lieviti selezionati. Il progetto descritto in questo articolo è nato al fine di comprendere la fattibilità enologica della produzione di vini dall’identità più vicina al territorio di origine, mantenendo inalterata l’integrità chimica del prodotto finito. Si è pianificato e reso operativo uno studio orientato all’impiego ragionato di lieviti indigeni, in comparazione a un ceppo di lievito selezionato, nella vinificazione dell’uva Glera nella zona a Denominazione di Origine Controllata e Garantita Conegliano Valdobbiadene.
Umberto Marchiori è tra gli autori di questo articolo pubblicato nel numero di Settembre 2018 della rivista VVQ - Vigne, Vini & Qualità.
L’articolo completo qui: Lieviti indigeni prosecco
La produttività del Nebbiolo in terreni acidi
I terreni della zona di Lessona (provincia di Biella, alto Piemonte) sono i più acidi al mondo dedicati alla viticoltura, con valori di pH nel range tra 4.0 e 5.5. Sono caratterizzati dalla presenza di sabbie marine plioceniche miste ad argille e nei fondovalle è possibile trovare anche fossili di conchiglie. In queste condizioni di pH, i macroelementi azoto, fosforo e potassio risultano poco disponibili per la pianta, mentre al contrario i microelementi vengono assorbiti facilmente; ne consegue che la regolare crescita e produttività della vite possono risultare difficili. Per questa ragione il miglioramento della produttività rappresenta un obbiettivo cruciale per i viticoltori della zona Doc Lessona.
Leone Braggio e Roberto Merlo sono tra gli autori di questo articolo pubblicato nel numero di Luglio 2018 della rivista VVQ - Vigne, Vini & Qualità.
L’articolo completo qui: La produttività del Nebiolo in terreni acidi
Il savoir faire delle vecchie vigne
Il 2017 verrà ricordato come l’annata viticola più difficoltosa e complicata degli ultimi cinquant’anni. In alcune regioni, come la Sicilia, si sono verificate condizioni climatiche definite proibitive ed eccezionali. In talune aree, una totale e prolungata assenza di precipitazioni e ondate di caldo così intenso non erano state registrate negli ultimi 100 anni. Nell’impossibilità di indovinare il futuro, meteorologico e climatico, l’unica arma a disposizione del viticoltore per affrontare le difficoltà è il savoir-faire. Il saper fare è inteso come l’abilità di riuscire a combinare conoscenze e saperi che si condensano in esperienza, la quale permette di affrontare le condizioni che di volta in volta la natura presenta. Sotto il profilo umano, la conoscenza è espressa dalle tecniche viticole e agronomiche che l’agricoltore può mettere in atto per ovviare a situazioni che comprometterebbero la produzione o la qualità della stagione. Da un punto di vista più ampio, e quindi sotto il profilo ambientale e di ecologia viticola, l’unica altra leva a disposizione del viticoltore è la capacità di adattamento e di risposta della vite, inserita all’interno di un contesto di alta vocazionalità territoriale. È proprio su quest’ultimo concetto che s’innesta la variabile tempo, quindi l’età della vite: quanto più è avanzata, tanto maggiore è l’influenza del savoir-faire delle viti nell’adattarsi alle diverse condizioni di sopravvivenza.
Mattia Filippi e Roberto Merlo sono gli autori di questo articolo pubblicato nel numero di Gennaio 2018 della rivista VVQ - Vigne, Vini & Qualità.
L’articolo completo qui: Il savoir faire della vecchie vigne
Gelate primaverili, che fare?
Durante la primavera 2017 si sono verificate ripetute gelate tardive in molte regioni viticole del nord Italia, iniziate con un primo evento il 19 aprile, seguito poi da altri in date successive. I danni si sono verificati durante le prime ore del mattino, quando le temperature sono scese sotto lo zero, prevalentemente nelle zone di pianura e di fondo valle. Al momento della gelata le viti erano in una fase fenologica di grande sensibilità al freddo; erano infatti già presenti le prime foglie distese. Il gelo ha provocato lessature diffuse dei germogli con gradienti di danno variabili a seconda della posizione del vigneto e del minimo termico raggiunto nei diversi siti.
Leone Braggio e Roberto Merlo sono tra gli autori di questo articolo pubblicato nel numero di Dicembre 2017 della rivista VVQ - Vigne, Vini & Qualità.
L’articolo completo qui: Gelate primaverli che fare
Bottino di premi a Vinitaly 2022 per le aziende partner di Uva Sapiens
Bottino di premi a Vinitaly 2022 per le aziende partner di Uva Sapiens
5StarWines
è la selezione enologica che Veronafiere organizza in collaborazione con Assoenologi. Un blind tasting di tre giorni con una giuria internazionale di wine professional, e una guida ufficiale, 5StarWines – the Book, che raccoglie i vini partecipanti che hanno ottenuto un punteggio pari o superiore a 90 centesimi. Durante l’edizione 2022, la sesta, 960 degli oltre 2300 campioni partecipanti sono stati selezionati per l’inserimento nella Guida. Tra questi, 5 vini di aziende seguite dagli Uva Sapiens.
Wine Without Walls
è la sezione di 5StarWines dedicata al vino certificato biologico, biodinamico o prodotto da aziende aderenti a protocolli / certificazioni di sostenibilità. L’obiettivo di Wine Without Walls è diffondere la consapevolezza della viticoltura sostenibile, includendo nella guida 5StarWines la selezione dei vini che più si distinguono nel preservare la naturalezza del terreno, dei vitigni e dei relativi prodotti. Wine Without Walls è anche l’occasione per riconoscere e valorizzare a livello internazionale l’impegno dei produttori nell’agricoltura biodinamica, biologica e sostenibile, in quanto realtà attive nel definire nuovi orizzonti sostenibili sia in vigna che in cantina. In questa sezione, hanno ricevuto punteggi da 90 in su 11 vini prodotti da aziende seguite dagli Uva Sapiens.
Qui il riepilogo dei riconoscimenti:
Maggio: tempo di scacchiatura e spollonatura
Maggio: tempo di scacchiatura e spollonatura
All’uscita dall’inverno, e dopo aver effettuato la potatura secca, è indispensabile completare questa operazione con la scacchiatura primaverile, cui si associa spesso la spollonatura.
Potatura invernale e scacchiatura contribuiscono all’obiettivo unico di stabilire cosa lasciare in pianta per costruire l’architettura su cui si svilupperanno foglie e grappoli nella stagione in corso, evitare affastellamenti di vegetazione e favorire la penetrazione dei trattamenti fitosanitari.
Eliminare il superfluo
Alla ripresa vegetativa la vite produce numerosi germogli, dei quali solo una parte è realmente utile per la produzione o per preparare la potatura dell’anno successivo. I germogli in eccesso sottraggono sostanze di riserva che diversamente la pianta dirotterebbe sullo sviluppo dei germogli utili. In sostanza, essi portano a uno spreco di energie. La pianta “finita” non dovrà portare né germogli da legno vecchio né polloni.
Dunque, cosa rimuovere?
Tutti i germogli non necessari alla specifica forma di allevamento: partenti dal fusto (polloni); partenti dalla testa (es. doppio capovolto) o dal cordone permanente (es. Sylvoz); non posizionati sullo sperone o sul capo a frutto; doppi sullo sperone (con lo scopo di agevolare la potatura dell’anno successivo); sulle gemme prossimali del capo a frutto (per uniformare il vigore e ridurre gli affastellamenti).
Vantaggi
Oltre a riequilibrare la distribuzione delle risorse, scacchiatura e spollonatura hanno effetti positivi sulla difesa e sui tempi di esecuzione della potatura secca nell’inverno successivo.
Gli interventi per la protezione dalle malattie in Italia vengono eseguiti principalmente in maggio, che nella maggior parte dele regioni risulta essere il mese più piovoso. In questa fase, che coincide in parte con la fioritura, favorire l’efficacia della difesa è fondamentale per evitare problemi successivi.
In termini di potatura invernale, la vite non scacchiata può richiedere dal 25 al 30% del tempo in più, con aggravio di costi.
Eleonora Rabassi speaker a “ECCOPINÒ 2022”
Elenora Rabassi speaker a
“ECCOPINÒ 2022”
La nostra Eleonora Rabassi parteciperà il prossimo 5 dicembre 2022 all’evento “ECCOPINÒ 2022”, organizzato presso il Teatro di Barga (LU) dall’Associazione “Appennino Toscano – Vignaioli di Pinot nero”. La relazione di Eleonora farà un excursus storico sulle tecniche d potatura della vite, quelle del passato e del presente, e racconterà come si applica correttamente il del curetage alla cura delle viti colpite da Mal dell’Esca.
Mattia Filippi per Assoenologi Trentino
Mattia Filippi per Assoenologi Trentino
Si è tenuto oggi presso le Cantine Vivallis di Nogaredo l’incontro di aggiornamento tecnico organizzato da Assoenologi Trentino, che ha visto Mattia Filippi guidare una degustazione dal titolo “Rosati. La varietà come interprete dell’identità territoriale”.
“È stato un piacere – afferma Mattia – condividere con gli Enologi del Trentino la degustazione di alcuni rosati prodotti in tutta Italia:
– CHIETO, BARDOLINO CHIARETTO CLASSICO DOC. TENUTA LA CÀ
– BAIASYRA, ROSATO IGT TERRE SICILIANE. BAGLIO DI PIANTETTO
– ROSA DEL ROSA, PIEMONTE DOC ROSATO. PROPRIETÀ SPERINO
– GEMMA, LAGREIN ROSATO. TENUTA SAN LEONARDO
– JEIO ROSÉ BRUT, PROSECCO DOC ROSÉ. BISOL
– VIOLETTE ROSÉ, VINO SPUMANTE ROSÉ EXTRA DRY. COLLALTO.
Le diverse tecniche di vinificazione al servizio delle differenti varietà contribuiscono all’unicità dei vini ottenuti e alla valorizzazione del potenziale insito nel territorio di origine delle uve”.
Mattia Filippi a Sicilia en Primeur 2022
Mattia Filippi a Sicilia en Primeur 2022
Torna dopo due anni Sicilia en Primeur, l’evento itinerante promosso da Assovini Sicilia dedicato al vino siciliano, che raduna in Sicilia giornalisti nazionali, europei, internazionali, oltre alla stampa regionale.
Dopo gli enotour, dal 27 al 29 Aprile, appuntamento a Erice il 30 Aprile con un convegno che prevede contributi tecnico-scientifici al tema di Sicilia en Primeur 2022, “Back to the roots. La Sicilia che vive il futuro”.
Tra i relatori anche Mattia Filippi, con la relazione dal titolo “Le buone pratiche delle aziende siciliane a seguito dei cambiamenti climatici”.
In programma anche gli interventi di Antonio Zoccoli, (Presidente Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – “Non c’è vino senza neutrino”), Marco Moriondo (Istituto di Bioeconomia del CNR di Firenze “Cambiamento del clima: impatti osservati ed attesi in viticoltura”).
A moderare il convegno sarà il giornalista Massimo Giletti.
L'Inzolia... o Ansonica si presenta
L'Inzolia... o Ansonica si presenta
L’Inzolia o Ansonica è un vitigno ampiamente coltivato nelle province della Sicilia occidentale, presente diffusamente anche nel resto dell’isola, dove rappresentala base ampelografica di numerosi vini a Denominazione di Origine e Igt. Mattia Filippi è tra gli autori di questo articolo sull’Inzolia pubblicato nel numero di Giugno 2021 della rivista L’Enologo.
L'articolo completo qui: L'Inzolia si presenta
I Catarratti si presentano
I Catarratti si presentano
I Catarratti sono i vitigni maggiormente coltivati in Sicilia, in particolare nelle province di Trapani, Palermo e Agrigento. Il Catarratto Bianco Comune e il Catarratto Bianco Lucido rappresentano insieme circa il 30% della superficie regionale vitata.
Mattia Filippi ha contribuito, insieme ad Attilio Scienza e a Roberto Miravalle, a questa review sui Catarratti pubblicata da L'Enologo nel numero di Dicembre 2020.
L'articolo completo qui: I Catarratti si presentano
Le vigne vecchie di Grillo e Catarratto: un patrimonio viticolo da rivalutare
Le vigne vecchie di Grillo e Catarratto: un patrimonio viticolo da rivalutare
Il Catarratto ed il Grillo sono due varietà importanti per la viticoltura siciliana e nel territorio si ritrovano ancora vigneti di vecchia età. La sperimentazione condotta ha messo in evidenza le potenzialità qualitative di questi vigneti, che necessitano delle migliori indicazioni viticole al fine di poter dare un’uva di elevata qualità. Mattia Filippi e Roberto Merlo sono tra gli autori di questo articolo pubblicato nel numero di Ottobre 2016 della rivista L’Enologo.
L'articolo completo qui: Le vigne vecchie di Grillo e Catarratto un patrimonio viticolo da rivalutare